Descrizione

SG- Genere e politica

 

Gli studi di genere sono uno dei settori di ricerca in espansione nell’ambito della scienza politica contemporanea. Negli ultimi vent’anni circa, infatti, gli studi diretti all’analisi del rapporto fra genere e politica hanno permeato la scienza politica tutta, dalla teoria politica alla politica comparata, dalle relazioni internazionali alla comunicazione politica, muovendosi su approcci epistemologici diversi, utilizzando strumenti metodologici quantitativi e qualitativi.

La lunga tradizione degli studi di genere si è sempre attestata, da un lato, sulla riflessione filosofica femminista, e dall’altro, sullo studio storico-politico e la ricostruzione della partecipazione femminile nei movimenti e nelle istituzioni. Nella scienza politica, soprattutto di tradizione anglosassone, gli studi di genere fanno il loro ingresso a pieno titolo a partire dall’inizio degli anni ottanta del novecento, con la pubblicazione di alcuni contributi che si focalizzano principalmente sul tema del rapporto delle donne con la politica, sia dal punto di vista dei processi di reclutamento nelle élites politiche, sia da quello delle politiche pubbliche che riguardano le donne. Tra questi contributi degno di nota è certamente il volume di Vicky Randall Women and Politics. An International Perspective, pubblicato in prima edizione nel 1982, a cui sono poi seguiti numerosi articoli e libri sullo stesso tema. È però a partire dagli anni novanta che la prospettiva di genere si afferma in modo più compiuto, grazie anche ai contributi di studiose come Pippa Norris e Joni Lovenduski, che pubblicano Gender and Party Politics nel 1993, e Political Recruitment: Gender, Race and Class in the British Parliament, nel 1995, entrambi ancora oggi testi di riferimento importanti per molte/i studiose/i che adottano una prospettiva di genere nello studio della politica. Il contributo fondamentale di Norris e Lovenduski, come quello di altre studiose attive in quel periodo, fra cui Wilma Rule, Karen Beckwith e Drude Dahlerup, solo per citare le più note, è, infatti, quello di aver riportato il tema delle disuguaglianze di genere nel linguaggio – e attraverso gli strumenti propri – della scienza politica.

A più di vent’anni dalla pubblicazione dei volumi di Norris e Lovenduski, il filone della scienza politica che si focalizza sulle questioni di genere – che ha assunto la denominazione, nel panorama internazionale, di “Gender and Politics” – si è aggiunto a pieno titolo ai suoi vari ambiti disciplinari ed ha assunto un’identità propria, separata dalle prospettive assunte da discipline vicine, come la sociologia, la filosofia politica e l’economia, sebbene sempre in dialogo con esse. A livello internazionale, infatti, non solo le associazioni scientifiche su genere e politica sono proliferate, ma crescono in termini di partecipanti attivi e popolarità, a partire dall’ECPR Standing Group on Gender and Politics, che al momento attuale conta più di 750 iscritti, e dalla Women and Politics Research Section dell’American Political Science Association, la cui rivista Politics & Gender è attualmente considerata dai vari ranking una delle più prestigiose della scienza politica tutta.

In questo contesto, la promozione degli studi di genere nell’ambito della scienza politica italiana diviene una necessità, da un lato, per colmare un vuoto di studi e ricerche sul tema che a lungo ha caratterizzato il panorama italiano, dall’altro, per favorire gli scambi e le relazioni fra studiose e studiosi italiani che investigano questo argomento, e per fornire un punto di riferimento ai/alle giovani studiosi/e che scelgono di affacciarvisi.

Oltre alla riflessione teorica e metodologica, fra i temi di interesse dello Standing Group si annoverano, fra gli altri:

– genere e rappresentanza politica;

– genere, partiti ed elezioni;

– genere e politiche pubbliche;

– genere e movimenti sociali;

– genere e comunicazione politica;

– genere e governo locale;

– genere e relazioni internazionali;

– genere e studi europei.

Lo Standing Group promuove, inoltre, le interazioni e le collaborazioni con studiosi appartenenti a discipline vicine alla scienza politica (filosofia politica e del diritto, sociologia politica, economia, diritto), nella logica di un approccio interdisciplinare ai temi d’interesse, ma anche di apertura e contaminazione reciproca su temi caratterizzanti altre discipline.

Obiettivi

Lo Standing Group ha lo scopo di favorire e incoraggiare lo studio delle tematiche di genere all’interno della scienza politica, ed il riconoscimento stesso degli studi di genere a pieno titolo come sotto-settore della disciplina. A questo fine, lo Standing Group intende favorire le interazioni e collaborazioni fra studiose e studiosi italiani e internazionali che lavorano su questi temi, nonché promuovere questo ambito di ricerca attraendo nuovi potenziali interessati tramite una serie di attività:

  • circolazione dell’informazione fra i soci sulle risorse esistenti (bibliografie; syllabi; pubblicazioni; ecc.) tramite newsletter periodica e creazione di un sito internet;
  • organizzazione di seminari, workshop, e conferenze;
  • organizzazione di panel all’interno del convegno annuale SISP e collaborazione con le varie sessioni tematiche di possibile interesse;
  • elaborazione di progetti di ricerca ed eventuali prodotti collettivi;
  • creazione di interazioni e collegamento ufficiale con gli omologhi internazionali (in particolare, ECPR Standing Group on Gender and Politics e IPSA Committee on Gender Politics and Policies).

Struttura

Lo Standing Group è composto dagli aderenti, da un comitato direttivo e da due coordinatori. Lo Standing Group si riunisce in fase di assemblea una volta l’anno, in occasione del convegno annuale della Società Italiana di Scienza Politica. Il Comitato direttivo, che include i coordinatori, viene rinnovato ogni tre anni tramite il voto degli aderenti a maggioranza semplice dei presenti.